TORINO, 1 ottobre 2006 - Un podio così non s'era mai visto. Oro a Margherita Granbassi, argento a Valentina Vezzali, bronzo a Giovanna Trillini, a braccetto con l'ungherese Aida Mohamed. Il fioretto azzurro passa come un rullo compressore e apre come meglio non si poteva sperare i Mondiali italiani, fra un tripudio di bandiere tricolori e di canzoni da stadio.
Vince la meno pronosticata del quartetto azzurro (c'era anche Elisa Di Francisca, settima): la triestina che finora aveva sempre mancato la medaglia individuale in un grande appuntamento, qui si inventa una giornata speciale, con tre successi al minuto supplementare, compresa la finalissima con la plurititolata Vezzali, perfetta sino all'ultimo ostacolo, nonostante un ginocchio ballerino che la costringerà quasi sicuramente a finire sotto i ferri dopo i Mondiali per non rischiare di perdere l'Olimpiade di Pechino. Finisce 7-6 per la ragazza scoperta e lanciata dal c.t. Andrea Magro e adesso seguita dal maestro Giulio Tomassini, lo stesso che allena la Vezzali. Una finale dal sapore particolare, come lo sono tutti i derby, e che Margherita, dopo aver battuto in semifinale la Trillini e finalmente sbloccatasi dalla sindrome delle occasioni mancate, interpreta subito nel migliore dei modi: pronti via ed è già 3-0. Ma Valentina mica la puoi dare per morta, mai. E infatti, con la consueta pazienza, rimonta e pareggia il conto sul 4-4, prima di passare a condurre 5-4. Qui tutti pensano che Margherita sia pronta a lasciarsi travolgere, invece no. Di nuovo pareggia, poi cede un'altra stoccata e si riaggancia un'altra volta. Si va così al minuto supplementare, che premia la bella carabiniera di Trieste con sangue austriaco nelle vene, vincitrice della coppa del Mondo 2005 mentre Vezzali e Trillini erano in dolce attesa di Pietro e Claudia.
A proposito delle due fuoriclasse jesine: Valentina ha acciuffato l'ottava medaglia, diventando la plurimedagliata ai Mondiali ex aequo con lo sciabolatore polacco Pawlowski; Giovanna ha brindato al sesto podio, a 16 anni dal primo, record che difficilmente sarà battuto. Mai il nostro fioretto rosa, che pure ha infilato trionfi in serie, aveva vissuto una giornata così esaltante.
Un risultato che premia la nostra arma più titolata e che fa dimenticare il passo falso degli sciabolatori, reduci dal fresco avvicendamento del c.t. Christian Bauer e con Aldo Montano, eliminato nei sedicesimi dall'ucraino Tretiak - che l'azzurro stava dominando - a causa del riacutizzarsi del problema muscolare al bicipite femorale della gamba destra che s'era infortunato in primavera durante la sua partecipazione al reality televisivo La Fattoria. Il migliore è stato Tarantino, 19°: troppo poco, ma adesso c'è la gara a squadre per il riscatto, anche se Montano non potrà tirare a meno di miracoli.