wsim, 06/06/2007 11.26:
Se, (e ripeto se) è vero che credo di aver capito, come ho detto nel mio intervento, che Lynch ha voluto fondere assieme cinema e spettatore e contemporaneamente animare i personaggi di cui sono fatti i film, quasi fossero materia viva, il tutto su più piani di proiezione e di lettura, anche inconsci, anche INTERNI (Inland, appunto...) allora sì, credo possa definirsi arte.
Che poi piaccia o meno, questo è un altro discorso.
Detto per inciso, anch'io preferisco il Lynch più "potabile" di "Elephant man" o di "Velluto blu" o dell'altro film ( mannaggia, il titolo) dei due fratelli anziani che si ritrovano dopo il viaggio del primo in falciatrice, ma non posso negare che Lynch propone sfide affascinanti e terribilmente inquietanti, e i questo senso direi che è veramente un artista unico.
Una storia vera. Io ho visto Eraserhead, ieri, ed è un vero capolavoro.
Il fatto è che Lynch vuole uno spettatore attivo, che compenetri la storia e la interpreti secondo il suo personale mondo mentale. Non è il tipo da servire pappardelle, morali preconfezionate e simili.