Il procuratore di Milano si dice contento dell'iniziativa
internazionale di chiarire lo scontro governo-magistrati
D'Ambrosio: "Sì all'inchiesta dell'Onu sulla giustizia"
L'Anm spiegherà la propria posizione con una lettera aperta
che verrà pubblicata sui quotidiani sabato prossimo
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MILANO - Un'inchiesta dell'Onu sulla giustizia italiana? "Sono contento che questo organismo internazionale si sia mosso perché siamo sicuri che dell'esito della loro inchiesta nessuno dubiterà". E' il commento soddisfatto del procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio sull'inchiesta annunciata dall'Onu ieri sera sulla questione giustizia in Italia. Le Nazioni Unite hanno infatti inviato un appello urgente al governo italiano esprimendo preoccupazione per le proteste dei magistrati legate al processo di Milano dove è imputato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e alle tensioni che hanno accompagnato l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
E allora ben venga dal Palazzo di Vetro di New York un'inchiesta autonoma perché, secondo D'Ambrosio, "nessuno potrà più dubitare che ci sano state manovre dilatorie da parte dei difensori e un intervento del ministro della Giustizia che ha messo quanto meno in pericolo la possibilità di continuare il processo dinnanzi al Collegio di cui fa parte il giudice Guido Brambilla".
D'Ambrosio con queste parole ha fatto riferimento al processo Sme, l'unico che a Milano vede imputato Silvio Berlusconi insieme ad altre persone per corruzione in atti giudiziari, e ha spiegato che "in qualsiasi ordinamento democratico un processo si fa per verificare i fondamenti dell'accusa. Del resto non tutti i processi si concludono con una condanna - ha detto ancora D'Ambrosio - e non si riesce a capire per quale ragione non lo si voglia fare. Non è normale che i difensori abbandonino la difesa - ha detto ancora il procuratore della Repubblica, riferendosi alla revoca da parte dell'onorevole Cesare Previti dei propri difensori nei processi Imi-Sir e Sme -, dopo la revoca del mandato da parte del loro cliente. L'articolo 107 del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che la revoca del difensore non ha effetto finché l'imputato non sia assistito da un nuovo difensore o non siano trascorsi i termini concessi al difensore d'ufficio per esaminare gli atti".
"Mi auguro che questo intervento - ha aggiunto il procuratore D'Ambrosio - contribuisca anche ad individuare le cause dei tempi assolutamente troppo lunghi dei procedimenti penali. Con larghissimo consenso era stato approvato l'articolo 111 della Costituzione in cui si parla chiaramente di ragionevole durata del processo. Ma da allora, sono passati due anni, nessun provvedimento è stato preso in sede legislativa per rendere più spediti i procedimenti".
Mentre dunque l'Onu avvierà le sue indagini, l'Asssociazione Nazionale Magistrati ha deciso di spiegare la propria posizione sul tema della giustizia. Lo farà tramite una lettera aperta (e autofinanziata) che sarà pubblicata sabato prossimo sui principali quotidiani nazionali. La data della pubblicazione della lettera, il 26 gennaio, è stata annunciata da Piero Martello, giudice del lavoro di Milano, componente della giunta centrale dell'Anm in rappresentanza del Movimento per la Giustizia. L'iniziativa, decisa dall'Anm lo scorso 6 dicembre, "non ha alcun risvolto polemico", - ha detto Martello -. Il messaggio che daremo sarà ispirato alla massima compostezza e spiegherà qual è la posizione dell'Anm".
(24 gennaio 2002)
Ma si sa.. l'ONU è un covo di Bolscevichi e Trotzkisti..
LuVi
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