E allora? A che serve la scuola; questa scuola?
Serve; nonostante tutto!
E' utile, necessaria, indispensabile, essenziale.
Può avere, come ha, limiti e ritardi, problemi e carenze; tuttavia va difesa come un bene prezioso, come strumento fondamentale della crescita umana e civile di ogni creatura, per il progresso generale della comunità sociale.
Senza la scuola, senza
questa scuola che pure ci ritroviamo con la sua arretratezza, la sua inadeguatezza e inerzia, il nostro paese non sarebbe quello che è, non avrebbe potuto realizzare uno sviluppo così rapido e intenso ed esteso tanto da apparire radicalmente diverso rispetto a solo qualche decennio addietro. Tra i livelli medi della cultura collettiva di oggi e di appena ieri c'è una distanza abissale; tra la consapevolezza e la preparazione delle nuove generazioni e le "vecchie" le differenze risultano ugualmente profonde; i sentimenti, le idee, i comportamenti dei giovani e dei ragazzi del nostro tempo risultano molto piu' evoluti, coerenti, motivati rispetto al passato: la scuola ha contribuito ampiamente a tale evoluzione.
Certo, bisogna ormai "chiudere" con l'illusione che la scuola possa e debba farsi carico di tutte le attese, le esigenze, le speranze, gli obiettivi - legittimi, certo - delle nuove generazioni e della società: l'istituzione scolastica non è che "una" delle strutture, importante, senza dubbio, ma non l'unica, da cui dipende il futuro della società nazionale.
Continuare a credere o far finta di ritenere che dalla scuola soltanto dipenda il destino dei giovani appare pura ipocrisia, comoda quanto cinica.
La scuola non può che essere il punto di raccordo delle sollecitazioni molteplici che a livello culturale, professionale, morale provengano dalla vita e dall'organizzazione della società, recuperando e rinnovando il patrimonio di valori e di conoscenze che hanno segnato il cammino storico della nostra civiltà.
La scuola può e deve aiutare i giovani a crescere, a diventare adulti, maturi, consapevoli, capaci, ma non deve essere lasciata sola ad affrontare problemi che ne sovrastano le funzioni, i mezzi, e possibilità concrete.
E intanto i giovani sappiano vivere serenamente: "Il tempo della scuola", della loro adolescenza e giovinezza, facendone profitto, non sciupando inutilmente.
E' nella scuola, è in questi anni di studio che si decide in buona parte il loro
avvenire, e dunque sappiano e vogliano "stare" nella scuola come è giusto, necessario, essenziale.
Non disprezzandola questa nostra scuola, non "vivendola" con indifferenza, o - peggio - con astio, con rancore, come se togliesse, invece che dare, qualcosa, ma amandola e difendendola contro coloro - e son pochi - che vorrebbero "affossarla" per fini indecifrabili ma riconosciuti.