| | | OFFLINE | Post: 18.458 Post: 8.947 | Registrato il: 05/02/2003
| Sesso: Maschile | Forum Addicted | |
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... ogni giorno conviviamo con il compromesso con noi stessi e verso gli altri (le ragioni sono molte e diversificate)... quando diciamo basta a tale incoerenza? |
27/12/2004 14:23 |
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finche non abbiamo la forza di dire...
in effetti hai ragione tu...
oppure..
si ci panso potrebbe esere
se siamo talmente testardi da voler avere sempre ragione.. pur di sostenere la nostra ipotesi, finiamo con diventare incoerenti con quello che diciamo..
e risultiamo ridicoli...
personalmente vivo di compromessi..
metto spesso in discussione quello che faccio e cerco di trovare una via di mezzo alle discussioni per imparare da quello con cui discuto prima di convincermi che potrei insegnare qualcosa allo stesso..
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27/12/2004 15:01 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.006 Post: 949 | Registrato il: 09/03/2003
| Sesso: Maschile | VocenelWeb | Cool Member | |
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Già ridurre il tutto a un compromesso tra se e gli altri vuol dire semplificare di molto la questione...almeno per quel che mi riguarda.
Ci sono molte altre cose con cui "mettersi d'accordo", prima. |
27/12/2004 17:14 |
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| | | OFFLINE | Post: 9.553 Post: 2.642 | Registrato il: 13/04/2003
| Età: 43 | Sesso: Maschile | VocenelWeb | Super Member | |
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il compromesso per me nn esiste,io vivo per me,cerco a volte senza riuscire a vivere per gli altri,ci riesco solo in minima parte pero |
28/12/2004 12:42 |
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| | | OFFLINE | Post: 7.613 Post: 7.243 | Registrato il: 18/08/2001
| Età: 58 | Sesso: Maschile | Moderator | Forum Addicted | |
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La vita è un compromesso costante. Non credo che uno possa fare tutto quello che gli pare senza tener conto degli altri.
I compromessi sono di diversi tipi e anche essere sottintesi. Ad esempio se uno va in giro vestito mentre vorrebbe andare nudo è un compromesso fatto con la morale comune che non incoraggia questi atteggiamenti. |
28/12/2004 17:00 |
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| | | OFFLINE | Post: 18.535 Post: 9.024 | Registrato il: 05/02/2003
| Sesso: Maschile | Forum Addicted | |
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Sono d’accordo che la vita è un compromesso metodico e continuo. Tuttavia, dando per scontato che il fine del compromesso è la convenienza, l’opportunismo, il “quieto vivere” ecc, alla fine però, avviene il momento inevitabile in cui bisogna prendere una posizione chiara che, se da una parte distingue e gratifica la dignità della persona, dall’altra produce spesso un immediato effetto contrario; ovvero d’anticonformismo che a sua volta causa critica, rinuncia, scombussolamento, incomprensione, inimicizia, emarginazione etc.
La domanda più precisa, allora, è: fino a quando siamo disposti, con noi stessi e nelle relazioni con gli altri, a vivere in questo tipo di compromesso, con la sua forma più accomodante e consona alla facciata di perbenismo piuttosto che di reale serietà (esempi esistenziali ce ne sono tantissimi), ma e soprattutto, a spese della propria dignità…in ultima analisi, della verità stessa su come stanno effettivamente le cose?!
Si potrà, giustamente, opinare: ma di quale “verità” stiamo parlando? Oggettiva, soggettiva, personale, desunta da un certo tipo di cultura credo, ideologia etc?
Trattiamo di una verità comune, evidente per tutti, che abbia la capacità di dire nero ad un colore che nero è effettivamente, senza estraniare in astrusi assunti filosofici etc…
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28/12/2004 17:50 |
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