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Gennaio '85: in Friuli l'esordio in A
La gara di San Siro contro l'Udinese sarà per il Milan l'occasione di celebrare il suo capitano: proprio 20 anni fa (con una differenza di soli 4 giorni, era il 20 gennaio 1985), il 16enne Paolo Maldini fece il suo debutto in Serie A con la maglia rossonera. Curiosamente, l'avversario era proprio la squadra friulana, la partita finì 1-1. Galliani ha commentato l'evento con una frase significativa: "Maldini simbolo del Milan? No, lui è il Milan".
Una storia infinita, quella tra il numero 3 e il Milan, documentata da una collezione di scudetti, coppe, riconoscimenti (e, tra qualche giorno, anche da un bellissimo film in DVD sulla sua vita e la sua carriera). Una storia solo raramente attraversata da qualche momento di crisi, sempre e comunque velocemente rientrato in nome di una simbiosi familiare che non ha eguali nella storia del calcio italiano. Domenica il patto tra Maldini e il Diavolo si rafforza ancora di più e, primato dopo primato, ancora non si intuisce lo striscione del traguardo, almeno per quanto riguarda l'attività sul campo di gioco. A invitarlo a non guardare troppo la carta di identità e a non pensare troppo al tempo che pasas è uno dei tanti compagni di viaggio di questi 20 anni, Carlo Ancelotti: "Non è un caso se, ancora adesso, nessuno riesce a capire quando smetterà -spiega il tecnico rossonero- lui non dà nessun segno di appannamento e di cedimento. Probabilmente nemmeno lui sa quando si fermerà. Non vuole giocare fino a 40 anni? Se vuole, può continuare. E' una pietra del mondo del calcio, tanti giocatori vengono ricordati per le prestazioni, lui rappresenta anche un esempio di grande professionista".
E il futuro? Maldini dovrebbe avere già deciso il suo futuro: il suo contratto scadrà nel giugno 2006 e a 38 anni appena compiuti questo potrebbe diventare il capolinea della sua favolosa carriera. Però a giudicare dalle sue parole oggi un ripensamento potrebbe non essere così lontano dalla realtà. "Se vado avanti - spiega il capitano rossonero - non è per necessità economiche o voglia di raggiungere chissà quali vittorie. E' la voglia di allenarmi e divertirmi. Il mio obiettivo non è raggiungere 40 anni giocando, ma di essere all'altezza. Se dovessi fare fatica contro i ragazzini, non mi sentirei più a mio agio. Ma se si è in condizioni, perché porsi dei limiti?". E forse a convicerlo a rinviare il ritiro e l'approdo a un altro ruolo nel mondo del calcio potrebbe esserci anche l'esempio del suo "gemello" Costacurta, che ad aprile compirà 39 anni. Quando il momento arriverà però un'altra carriera calsitica sarà pronta per lui. Non quella di allenatore, sempre esplicitamente esclusa dall'interessato, molto più probabile quella di dirigente. Dove, è inutile dirlo, visto che il Milan, traducendo le parole dette da Adriano Galliani, non può certo privarsi di se stesso: "Paolo è un campione inimitabile e inarrivabile, lui secondo me non è il simbolo del Milan, ma è il Milan".
tgcom |