Era da un po' che non viaggiavo, e MOLTO di più che non leggevo un libro, soprattutto un romanzo...
Poco tempo fa mi è venuta voglia di acquistare COLORADO KID di Stephen King e me lo sono "mangiato" viaggiando, fra ieri e oggi.
E in effetti anche la storia è tutta concentrata su un viaggio, quello senza ritorno di Colorado Kid, poi identificato come James Cogan, un anno e mezzo dopo il ritrovamento del suo cadavere...
A rievocare la storia di Cogan sono due anziani direttori di un giornale, che la raccontano alla loro giovane collaboratrice, a distanza di 25 anni dall'accaduto.
Come loro stessi raccontano, è una storia senza storia.
Una "storia" deve avere un inizio, uno svolgimento, una fine... questa no.
Ci sono solo pochi fatti certi, e da quei pochi fatti appurati tante supposizioni, ma i due giornalisti ( così come nessun altro ) non sapranno mai perchè Cogan all'improvviso fece un viaggio di 2000 miglia per ritrovarsi cadavere la notte dopo, seduto appoggiato ad un cestino dei rifiuti su una spiaggia di fronte all'oceano, nè se morì accidentalmente o se fu vittima di qualcosa di più grande di lui, solo supposizioni su pochi fatti certi.
King, nella postfazione, scrive che avrebbe potuto inventarsi almeno una mezza dozzina di soluzioni dell'enigma, ma in questo caso ad affascinarlo non era la soluzione del mistero ( che rimane insoluto ) ma proprio il mistero di per sè.
In effetti è proprio questa particolare impostazione del volume ad avermi affascinato e portato all'acquisto, e nella postfazione scopro, appunto, che è la stessa cosa che ha affascinato King nello scriverlo : il fascino del mistero allo stato puro.