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Scandalo pedofilia - Drogavano i bimbi e ne abusavano a scuola

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2012 10:36
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Rignano Flaminio (Roma): insegnanti e collaboratori di una scuola materna ed elementare narcotizzavano i piccoli tra i 3 e i 4 anni.

ROMA - Li narcotizzavano, e spesso anche drogavano, per costringerli poi a partecipare a giochi erotici. Vittime di alcuni insegnanti e collaboratori di una scuola materna ed elementare di Rignano Flaminio, vicino Roma, erano alcuni bambini di 3-4 anni di età. Sei le persone arrestate - tre maestre, il marito di una di loro, autore televisimo di programmi tv èper ragazzi, una bidella e un addetto a una pompa di benzina - questa mattina dai carabinieri di Bracciano su disposizione della Procura di Tivoli, dopo un'indagine durata oltre un anno e partita a seguito della denuncia di alcuni genitori.

ACCUSE - Le accuse ipotizzate per le sei persone arrestate, tutte residenti tra Morlupo e Rignano Flaminio, due paesi alle porte della capitale, sono quelle di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di minore, sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, violenze sessuali su minore di anni 10 e atti osceni in luogo pubblico. Secondo quanto è emerso dalle indagini degli investigatori dell'Arma, alcuni docenti e collaboratori della scuola comunale materna conducevano le giovani vittime al di fuori del complesso scolastico e le costringevano a giochi erotici narcotizzando e drogando spesso i bambini.

L'INCHIESTA - Se l'inchiesta dei carabinieri su un presunto giro di pedofilia a Rignano Flaminio risale al luglio scorso, lo scandalo nel paese è scoppiato la mattina del 13 ottobre 2006 quando i carabinieri della compagnia di Bracciano eseguirono un blitz nella locale scuola materna. Su disposizione della Procura di Tivoli due maestre e una bidella furono portate in caserma dove furono interrogate a lungo. Nel registro degli indagati furono iscritte sei persone. Comprensibile lo sconvolgimento nel piccolo comune tra Roma e Viterbo dove vivono settemila abitanti. Le indagini sarebbero cominciate in seguito a quattro denunce presentate da famiglie di alunni che avevano notato - e fatto attestare da tanto di certificati medici - strani arrossamenti o piccole escoriazioni nelle zone dei genitali dei bambini. I piccoli coinvolti si disse che erano una quindicina. La vicenda spaccò il paese tra accusatori e difensori. In mezzo, il sindaco, Ottavio Coletta, il quale convocò una riunione pubblica in Comune esortando la magistratura a chiarire al più presto la situazione. Già da allora circolò la voce in base alla quale i carabinieri avevano accertato che in orario scolastico i bambini venivano portati con un pulmino in un locale privato, dove venivano fatti spogliare e ripresi mentre subivano abusi sessuali. Alcuni, per essere tenuti calmi, sarebbero stati addirittura drogati.

GLI ARRESTATI - Come detto sono tre maestre, una bidella della scuola materna di Rignano Flaminio e due uomini, uno dei quali marito di una delle insegnanti e autore televisivo di programmi per la tv dei ragazzi, le sei persone arrestate. Il secondo uomo, è un cittadino cingalese, di giovane età, che avrebbe svolto il ruolo «di attore» nei giochi erotici cui venivano costretti i bambini. Due delle tre maestre arrestate , sono in servizio nella scuola da alcuni decenni e, oltre ad essere madri, sono nonne di bambini che hanno la stessa età degli scolari che sarebbero stati sottoposti a violenze sessuali. Una delle due è prossima al pensionamento.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, le tre maestre e la bidella, conducevano i bambini, circa quindici, in un appartamento attiguo alla scuola di proprietà di una delle insegnanti, il cui marito, operatore televisivo ex Rai e attualmente impiegato in una tv locale, riprendeva le scene di pedofilia che avevano per protagonista il giovane cingalese. I carabinieri della compagnia di Bracciano, comandati dal capitano Emanuele De Ciuceis, stanno indagando per accertare se i filmati pedofili siano stati messi in commercio attraverso internet o venduti direttamente come cassette.

DIFESA - Come sempre in questi casi ci sono voci anche a difesa degli accusati. «Metto le mani sul fuoco sulla correttezza delle mie colleghe e della bidella. Sono certa della loro serietà e innocenza». Non ha dubbi Pasqualina Pellegrino, ex collega delle maestre. L'insegnante, che attualmente lavora in una scuola elementare non distante dall'istituto «Olga Rovere», al centro dello scandalo, è stata per sei anni collega, alla materna, di una delle insegnanti arrestate. «Credo alla sua innocenza - ha spiegato davanti al cancello dell' ingresso della scuola elementare - perchè l'ho vista all'opera con i bambini. È molto attenta a privilegiare il loro benessere. Ho cercato di incontrare i genitori che hanno denunciato questi episodi di pedofilia ma loro non hanno voluto. Io ho piena fiducia nelle mie colleghe e nella bidella. Racconto solo questo: una di queste maestre, quella con cui ho lavorato più a lungo, non voleva accompagnare i bambini al bagno e lo facevo sempre io. Se avesse avuto interessi particolari - ha concluso - avrebbe voluto farlo lei».

ACCUSA - Una difesa che però non convince le madri dei bimbi coinvolti nel caso. «Ci hanno fatto passare per visionarie, ci hanno accusato di voler rovinare la vita a persone perbene, di essere delle scriteriate. Ora ci dovrebbero chiedere tutti scusa, a iniziare dalle autorità». È quanto ha dichiarato la mamma di uno dei bambini coinvolti nei presunti episodi di pedofilia. «Anche il sindaco del paese, quando gli abbiamo chiesto di intervenire per mettere a riparo i nostri figli da ulteriori possibili violenze - aggiunge - si è rifugiato dietro l'attesa dell'esito dell'inchiesta della magistratura. E il ministro della Pubblica Istruzione ha inviato un'ispezione solo perchè siamo state noi a richiederla attraverso un appello. La scuola e le istituzioni locali non ci avevano pensato». Secondo la donna, precauzione adottata dall'istituto scolastico è stata quella di far mettere in malattia o in aspettativa per un periodo le maestre e la bidella sotto inchiesta che poi sarebbero tornate al loro compito. «Solo dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia - sostiene - sono state allontanate dalla scuola».


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Sono notti interminate
scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose

S.B
09/05/2007 00:32
 
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