SGResu, 24/02/2009 19.42:
l'ecopass e' un piccolo passo avanti.
un altro sarebbe riuscire ad evitare che su ogni macchina ci sia solo una persona...
c'e' cmq da considerare il fatto che milano e' riparata dai venti per via delle alpi...sembra una stronzata...ma non c'e' mai vento. il vento aiuta. i giorni in cui c'e' un po' di vento si vedono le montagne dalla tangenziale...una cosa shockante.
7.000 MULTE AL GIORNO, COSI' NASCE L'INGORGO PROVOCATO DALL'ECOPASS
Milano: le origini della tracimazione incontrollata di ricorsi ai Giudici di pace.
Michela Rossetti
A Milano c’è un ingorgo che certamente l’Ecopass non riesce a evitare: è quello determinato dalle multe contestate che fanno tracimare gli uffici dei Giudici di pace.
Le contravvenzioni hanno colpito, infatti, i milanesi a valanga negli ultimi mesi, raggiungendo le quasi 7.000 al giorno, e i ricorsi al Giudice di pace sono stati in proporzione: 5.700, viaggiando nell’ordine quotidiano delle 500 contestazioni.
Al momento la statistica è ferma all’8 luglio, perché nessuno ha il tempo perfino di “contare” le pratiche, ma il problema ha raggiunto dimensioni allarmanti. Complice la situazione estiva, e le ferie dei dipendenti, il capo della cancelleria del giudice di pace ammette che la situazione è insostenibile, e non si riescono più a gestire “i ricorsi che con l’Ecopass sono triplicati”.
Niente udienze fino al 2009
Il coordinatore del giudice di pace Dattolico ha nel frattempo ordinato di non fissare le udienze “Ecopass” fino ad aprile del 2009 e il Comune sta valutando la possibilità di annullare tutte le multe per evitare le spese di migliaia di processi.
Le associazioni dei consumatori
Le sedi di molte associazioni dei consumatori sono invase dalle proteste dei cittadini, e alcune di esse sono perfino stupite, perché l’argomento “Ecopass” è in testa al numero degli appuntamenti, superando la “questione vacanze”, che il periodo faceva invece immaginare tra le priorità dei consumatori.
Anche Lucia Moreschi, responsabile del coordinamento regionale della Lombardia di Movimento difesa del cittadino, esprime preoccupazione per il “fenomeno”, e conferma come i ricorsi siano stati al di sopra di qualunque attesa.
Le polemiche iniziali
A Milano l’Ecopass, il sistema a pagamento per entrare nella cerchia dei bastioni, è sempre stato accompagnato da diverse polemiche. Lanciato in campagna elettorale dal sindaco Letizia Moratti, era stato fortemente voluto come misura anti-inquinament, e strumento per migliorare la viabilità in città.
Al suo esordio, il 2 gennaio scorso, viene accolto con perplessità da commercianti e automobilisti, preoccupati, i primi, di vedersi ridotto il volume di affari; i secondi, di dover pagare per qualcosa da sempre gratuito.
Poi l’Ecopass parte, e i cittadini sembrano accogliere bene e con soddisfazione i primi risultati. Nella zona delimitata le macchine circolano effettivamente molto meno, e i primi dati parlano di polveri sottili ridotte fino al 30%.
Da maggio, di nuovo, si registra, invece, un incremento di traffico e inquinamento rispetto al primo periodo, spiegato da molti come “effetto choc passato”. L’assessore alla mobilità Edoardo Croci si difende dai numeri non incoraggianti, parlando di “assestamento previsto”.
Cosa non va
La motivazione di tanta contestazione ce la spiega Gian Luigi Calantuoni, presidente di Strademulte, il comitato per l’assistenza e la consulenza delle multe che supporta la sede di Mdc di Milano.
“Da una città come Milano non ci aspettavamo una gestione del genere, per l’Ecopass c’era bisogno evidentemente di un maggiore periodo di sperimentazione, perché il sistema è stato secondo noi troppo affrettato, con molte falle, e adesso è esploso in tutta la sua inefficacia”.
Cartelloni ingannatori
Ma qual è il problema principale? Perché tanti ricorsi? “La pioggia di multe è cominciata ad arrivare verso la fine di aprile, e da allora siamo arrivati a quasi 200.000. Il problema principale è secondo noi la cartellonistica, perché in concomitanza dell’Ecopass, da gennaio, sono state effettuate una serie di modifiche stradali per le corsie preferenziali degli autobus. Gli automobilisti entravano nella zona dell’Ecopass e trovavano al suo interno una serie di insegne, con scritte minuscole e difficili da leggere, che avvertivano del divieto di accesso, ma tutti hanno pensato si riferissero all’Ecopass, e continuavano ad entrare. È molto grave che i cittadini non siano stati avvertiti dei cambiamenti”.
Quindi il problema non è strettamente legato all’Ecopass? “Non ho detto questo. Anzi. Molti dei ricorsi avvengono perché il sistema informatico è spesso fuorviante. In alcuni casi inserendo il numero di targa nel sito la macchina risultava Euro4, quindi con libero accesso. Ma, in realtà, l’assegnazione alla categoria non era avvenuta in modo corretto, la macchina faceva parte di una categoria più inquinante, e veniva multata”.
Sms fuorvianti
Anche il meccanismo del pagamento via sms secondo il presidente di Strademulte non è stato gestito correttamente. “In molti casi, anche se l’automobilista aveva ricevuto il suo sms con l’attivazione dell’Ecopass, in realtà non risultava in regola”.
La disfunzione degli sms era stato affrontato però dal Comune a febbraio, che si era scusato ufficialmente con i cittadini. Non è stato risolto?
“Il problema è che non è facile dimostrare il pagamento senza un’apposita ricevuta, e in molti casi gli sms sono immediatamente cancellati. Certo è che la situazione per i cittadini sta diventando intollerabile, senza contare i molti automobilisti che pur non dovendo andare nelle zone Ecopass, sono costretti comunque ad attraversare per pochi metri il perimetro, vengono inquadrati dalle telecamere, e multati ingiustamente”. Calantuoni si aspetta adesso un’azione forte e decisa per risolvere la situazione.
Il Pd: Segnaletica più precisa
“Molte delle multe prese in questi mesi inconsapevolmente dagli automobilisti all'ingresso della zona Ecopass sono dovuti all’informazione scarsa e fuorviante che ha fatto il Comune.
Per tutta la città sono sparpagliati, infatti, cartelloni enormi che informano dell'esistenza dell'Ecopass, ma all'ingresso dell'area a pagamento vi è solo un normale cartello stradale che può per di più essere confuso con altri”: lo dice Pierfrancesco Maran, consigliere del Pd a Palazzo Marino, che commenta così le notizie circa l'emissione di quasi un milione di multe inflitte in pochi mesi ai milanesi che, ora, sono oggetto di centinaia di ricorsi che stanno paralizzando l'attività dei giudici di pace a Milano. “Il Pd - prosegue Maran - propone quindi di utilizzare il periodo di sospensione dell'ecopass in agosto, dal 2 al 24, per installare dei »semafori ecopass«, cioè dei cartelloni luminosi che indichino con chiarezza all'automobilista che sta entrando nell'area a pagamento e che in quell'orario l'ecopass è in funzione”.
L’Adoc contesta tutti i Comuni: hanno la voglia di multe
Secondo l’Adoc l’incubo dei cittadini per le multe, e non solo a Milano, è pienamente giustificato. Perché oltre al caro greggio, gli automobilisti devono anche contrastare l’accanimento dei Comuni, certo non casuale, dato l’ingente ritorno economico.
Solo la città di Roma, secondo le stime dell’associazione, ha guadagnato infatti nel 2007 circa 265 milioni di euro l’anno con gli incassi delle multe, Milano intorno ai 150 milioni, e Torino 100 milioni. “Un affare d’oro per le casse comunali”, commenta il presidente Carlo Pileri. Che sottolinea: “È necessario porre un freno alle multe facili imposte dai Comuni, e rivedere le attuali regole insieme alle Associazioni dei consumatori. Ogni anno una famiglia subisce in media 4 multe, per un importo complessivo di 256 euro, 64 euro a componente”.
T-red, autovelox, strisce blu spesso sono stati adottati più per imporre nuove, e a volte assurde, tasse locali che per garantire vivibilità e sicurezza, continua Pileri, diventando degli incubi reali per gli automobilisti. “Contestiamo l’arbitrarietà nella gestione della segnaletica stradale, degli autovelox e delle telecamere da parte dei Comuni, che hanno interpretato la possibilità di intervenire sulle strade per aumentare impropriamente le entrate. L’Adoc è disponibile a offrire assistenza, su tutto il territorio nazionale, ai cittadini che hanno subito questi abusi.”
I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio
Errare è umano, perseverare è cattolico