"SCOGLIO VIVEVA DI CALCIO"
TORRENTE, EX BANDIERA DEL GENOA, LO RICORDA: "MI HA DATO TANTO"
"L'immagine che mi è rimasta di lui è quella che ho visto in tv, in cui esultava per la vittoria in un derby", dice a TgCom
Torrente:"Scoglio viveva di calcio"
"Era passionale e un grande lavoratore"
Vincenzo Torrente, "bandiera" del Genoa negli anni '80 e '90, ricorda così il suo ex allenatore Franco Scoglio: "L'immagine che mi è rimasta di lui è quella che ho visto in tv, in cui esultava per la vittoria in un derby - ha detto a TgCom - Viveva di calcio, era molto passionale e un grande lavoratore, riusciva a coinvolgerci con il suo modo di darci motivazioni. Viveva in modo viscerale la "fede" per il Genoa".
Ora è allenatore nelle giovanili del Genoa, ma negli anni '80 e '90 Vincenzo Torrente è stata una vera e propria "bandiera" per i rossoblù. Ben 15 le sue stagioni con la maglia dei grifoni, compresa quella delle promozione in serie nel 1989 e della salvezza l'anno successivo, con Franco Scoglio al timone. "Mi piace ricordarlo per la esultanza e la sua passionalità. Ho visto in tv le immagini di un derby in cui correva ed esultava come un bambino. Ecco, questa è l'immagine di lui che mi è rimasta più impressa".
Anche dal punto di vista professionale, Torrente ricorda di aver imparato molto dal "Professore": "Per me è stato un allenatore molto importante. Quando è arrivato al Genoa ha portato entusiasmo, professionalità, e anche diverse innovazioni. Ci ha coinvolto con il suo modo particolare di motivarci. Si può dire che vivesse di calcio: era un grande lavoratore, se entravi in camera sua aveva fogli dappertutto, anche attaccati al soffitto. Di lui ricordo gli anni della promozione, della salvezza, per quello che mi ha dato calcisticamente. Io adesso alleno, e dai suoi insegnamenti ho preso tanto sul piano tecnico-tattico".
Torrente è d'accordo con Spinelli, che sostiene che Scoglio sia morto nel modo che avrebbe preferito, perchè stava parlando del suo Genoa: "E' un grande genoano, viveva in modo viscerale questa passione, come una vera e propria fede, allo steso modo di un tifoso. E' tornato diverse volte al Genoa, e spesso ha fatto molto bene. Sentiva Genova come la sua piazza, per questo riusciva ad esprimersi al meglio. Aveva tutte le componenti che desiderava, il giusto apporto da stampa e tifosi".
Tra i mille episodi vissuti in comune, Torrente ne ricorda uno in particolare: "Stavamo per giocare con il Napoli a Marassi, era la prima volta che veniva Maradona a Genova. Io lo dovevo marcare e lui me lo disse subito prima di entrare in campo. Ma non mi disse 'oggi devi marcare Maradona', mi disse solo "oggi devi marcare il numero 10 del Napoli'. A livello psicologico, detto in quel modo, era molto diverso, ed è una cosa che mi ha molto colpito".