Giuve Style

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odiolaradio
00domenica 14 maggio 2006 23:26
Spero che retrocedano Juve Milan Lazio e Fiorentina ...
Mi faccio il full a Sky più Inter channel... Solo per vedere che manco così lo vincono il campionato... [SM=x39897]
Cmq Moggi con i suoi 69 anni potrà godere, anche lui, della "salva Previti" [SM=x40001]

Cyrano
00domenica 14 maggio 2006 23:33
Re:

Scritto da: odiolaradio 14/05/2006 23.26
Spero che retrocedano Juve Milan Lazio e Fiorentina ...
Mi faccio il full a Sky più Inter channel... Solo per vedere che manco così lo vincono il campionato... [SM=x39897]
Cmq Moggi con i suoi 69 anni potrà godere, anche lui, della "salva Previti" [SM=x40001]




davvero.
solo l'inter riuscirebbe a non vincere lo scudo con milan juve lazio e fiore in B.
e' piu' probabile che lo vinca il chievo! [SM=x40001] [SM=x40001] [SM=x39903] [SM=x39903]



Ciaozzz
SGResu
00lunedì 15 maggio 2006 00:47
Re: Re:

Scritto da: Cyrano 14/05/2006 23.33


davvero.
solo l'inter riuscirebbe a non vincere lo scudo con milan juve lazio e fiore in B.
e' piu' probabile che lo vinca il chievo! [SM=x40001] [SM=x40001] [SM=x39903] [SM=x39903]



Ciaozzz



io pensavo alla roma sai...
Davide
00venerdì 26 maggio 2006 01:51
Per fare chiarezza...
Cosa rischiano le società e le persone fisiche coinvolte?
Se viene provato l'illecito sportivo, con la responsabilità diretta della società, la pena minima è la retrocessione all'ultimo posto del campionato appena finito, quindi non solo perdita dello scudetto per la Juventus, ma anche retrocessione in serie B o in un'altra serie minore (alcuni giornali, forse esagerando, parlano addirittura di C2 e di D); per fare un esempio recente, il Genoa per frode in una sola gara, è stato retrocesso in C1 con 3 punti di penalizzazione.

E' probabile che lo scudetto dell'anno scorso non venga assegnato, come quello del 1927; possibile che quello di quest'anno venga attribuito al Milan, a meno che non sia riconosciuta una responsabilità diretta della società per il "fatto Meani" e in tal caso il Milan verrebbe retrocesso in B.
Potrebbe essere più lieve la posizione della società rossonera se facesse prevalere l'idea della responsabilità del dirigente implicato e non del club, ma pur sempre di responsabilità oggettiva si tratterebbe e quindi potrebbe essere penalizzato in classifica con la perdita dell'Europa nella prossima stagione.
Pare grave anche la situazione della Lazio: se venisse accertata la responsabilità diretta del suo presidente, sarebbero applicate le sanzioni per il caso Juventus, forse mitigate per non aver reiterato l'illecito.
La Fiorentina, essendo implicato il suo presidente, rischia la B; potrebbe evitarla se riuscisse a dimostrare la vessazione, ma in tal caso sarebbe penalizzata in classifica.
La situazione è paradossale e potrebbe vedere Inter e Roma direttamente in Champions, Chievo e Palermo ai preliminari, un accesso di altre squadre alla coppa UEFA e il possibile ripescaggio in A di società già retrocesse in B quest'anno.

Per quanto riguarda le persone coinvolte bisogna distinguere tra giustizia sportiva e quella ordinaria, che ha tempi più lunghi.
La giustizia sportiva prevede per i dirigenti, se ritenuti responsabili, una condanna fino a 5 anni e nei casi più gravi la radiazione.
Per gli arbitri, se sono provati gli illeciti e la corruzione, è possibile anche la radiazione.
I giocatori coinvolti nel caso delle scommesse rischiano una squalifica non inferiore a 18 mesi.
Alcune persone sono state accusate anche di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, tra cui Moggi, al quale sono stati addebitati altri reati.
Costoro, oltre a essere giudicati dalla giustizia sportiva, dovranno rispondere anche di reati che prevedono processi penali.

Ma dopo tutto questo, quando i colpevoli verranno puniti e tutto tacerà ancora... giustizia sarà fatta?
Essa tornerà nel calcio solo quando la sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti delle "big" scomparirà, quando non esisteranno più squadre fantoccio-vivaio delle "grandi", quando i diritti televisivi saranno ripartiti, tenendo sì conto del numero degli abbonati, ma anche dei meriti sportivi da valutare anno per anno (non solo per "tradizione") e inoltre dell'appartenenza al campionato.
In Italia il rapporto delle somme erogate tra piccole e grandi squadre è di circa 1 a 10, in Inghilterra di 1 a 4, metodo decisamente più giusto, perché c’è una somma uguale per tutti, un’altra che varia a seconda della classifica dell’anno precedente e naturalmente un importo che si basa sul numero degli abbonati.
Ma soprattutto tornerà la giustizia (ammesso che ci sia mai stata) quando si smetterà di dire bugie... quando si vedrà il tifoso non come pollo da spennare, ma come persona meritevole di rispetto.

Nel mondo attuale del calcio troppi interessi si intrecciano: quelli delle banche, dei soci azionisti delle società, degli imprenditori proprietari delle squadre e comproprietari di altre società sportive.
Occorre mettere ordine anche nei conti, obbligando alla presentazione di bilanci preventivi all'atto dell'iscrizione, controllando periodicamente le rispettive voci dei bilanci ed evitando così quelli perennemente e pericolosamente in passivo o addirittura falsi in bilancio, come pare abbia fatto l'amministratore delegato della Juventus, Giraudo.
Purtroppo in questi ultimi anni la Federcalcio irresponsabilmente non ha voluto che organi competenti, qual è stata la Covisoc (commissione certificatrice di bilanci), evitassero amministrazioni a dir poco allegre.
Servono quindi regole nuove che impediscano frodi oppure l'applicazione di quelle vigenti, opportunamente corrette, da parte di persone veramente oneste.
Non ci si deve scordare che la "benzina" del calcio è lo sportivo, sono gli uomini, le donne e i bambini che la domenica vanno a vedere le partite, fiduciosi nella propria squadra. Il potere li ha impacchettati, li ha utilizzati per fare i contratti televisivi e infine li ha presi in giro.
Questo calcio è ormai cadavere.
Per averne un altro sano occorre un vero e proprio colpo di spugna che convinca tutti, che condanni i veri responsabili, che porti ai vertici della Federazione e della Lega persone corrette e che per questo torni a far sognare gli Italiani.

www.naturalia.net
Mister G
00giovedì 8 giugno 2006 15:09
Perché nessuno replica?
di Marco Gregis - Siamo alle solite. La strategia che la Juventus segue ogni qualvolta viene attaccata è sempre la stessa: il silenzio. Un cocciuto, inspiegabile silenzio. Solo pochi giorni fa John Elkann aveva espresso un meraviglioso concetto, che tutti noi tifosi bianconeri dovremmo sempre tenere a mente, e che è diventato il motto della nostra futura manifestazione: NON SUBIREMO PASSIVAMENTE. A queste parole, purtroppo, non hanno ancora fatto seguito i fatti.

In questo silenzio assoluto, riverbera l'eco che giunge da Milano, da Via Turati, dalla sede del Milan. La dirigenza rossonera avrà tutti i difetti di questo mondo, ma in quanto a comunicazione non è seconda a nessuno. Ogni volta che qualcuno le lancia una frecciata o un attacco diretto, ecco subito il comunicato stampa ufficiale di smentita, di presa di posizione. Come a dire:"noi ci riteniamo innocenti, e ve lo diciamo senza mezzi termini, adesso dimostrate voi la veridicità delle vostre accuse". Come sempre, la strada giusta sta nel mezzo, ma nessuno in corso Galileo Ferraris sembra avere tempo e voglia di capirlo. Il silenzio non serve a nulla: non sarà questo l'atteggiamento che ricostruirà il defunto "stile Juventus". D'altro canto, anche il continuo starnazzare in stile-Milan risulta odioso e spocchioso, denotando un eccesso di "superiorità" che non potrà che nuocere ai rossoneri. Cosa fare allora? Semplice: parlare poco, ma in maniera diretta, portando fatti e prove inconfutabili. Il Sole 24 Ore del 21 maggio 2006 è emblematico di come si possa mettere in crisi chiunque con pochi colpi ben assestati. La magistratura indaga solo sul falso in bilancio della Juve, e Galliani dice che esisteva solo il sistema-Juve? Bene, allora qualcuno provi a spiegare quanto segue. Nella stagione 2002-2003 Milan e Inter si scambiarono 8 giocatori assolutamente sconosciuti, realizzando rispettivamente plusvalenze per 12 e 14 milioni di euro. Di questi giocatori, nessuno ha mai neanche sfiorato i campi della serie A. Come erano fatte le valutazioni? Come si possono ritenere attendibili bilanci che contengono queste voci di ricavo? Dopo che l'Unione Europea ha portato da dieci a cinque gli anni in cui è possibili "spalmare" le svalutazioni dei calciatori in ossequio al cosiddetto "Decreto Salva- Calcio", il Milan ha deciso di chiudere i conti nel bilancio 2005. Come lo ha fatto? Semplice, attraverso la cessione del marchio alla Milan Entertainment S.r.l., controllata al 100% da A.C. Milan S.p.A. In questo modo, il Milan ha ceduto a se stesso il proprio marchio, realizzando una plusvalenza di 181,3 milioni di euro, che casualmente corrisponde alla perfezione all'onere residuo per la svalutazione del parco calciatori. Sull'operazione si sono espressi con un richiamo di attenzione sia i revisori dei conti, sia il collegio sindacale: inascoltati. Il Milan non è l'unica squadra ad aver attuato questa operazione: anche Sampdoria, Brescia, Chievo e Reggina lo hanno fatto. Nell'estate del 2003 la Lazio fu salvata dal fallimento grazie ad un aumento di capitale di 110 milioni di euro, garantito ed in parte versato dal Mediocredito, banca del gruppo Capitalia presieduta da Franco Carraro. Così, da una parte Carraro era il banchiere che garantiva per conto della Lazio, dall'altra era il presidente della Federazione che doveva certificare che i romani avessero le carte in regola per continuare ad esistere. Nel frattempo, Geronzi, presidente di Capitalia, concedeva alla Roma una fideiussione da 30 milioni di euro per consentirle l'iscrizione al campionato, ricevendo in cambio da Sensi il pegno sulle azioni del Perugia Calcio di Luciano Gaucci, fallito un anno e mezzo dopo. Provate a chiedere un mutuo presentando simili garanzie e vedete cosa vi rispondono… Leggendaria infine l'acrobazia contabile della Roma, che nel bilancio chiuso al 30 giugno 2002 iscrisse 95 milioni di euro di plusvalenze realizzate tramite la cessione di 26 giovani, venduti a prezzi stratosferici, diversi dei quali a squadre di serie B. La società giallorossa riacquisì in comproprietà i cartellini dei giocatori, operazione che di fatto annullava circa 40 milioni delle plusvalenze in precedenza iscritte a bilancio. Ciliegina sulla torta, la plusvalenza più alta (quasi 11 milioni di euro) venne realizzata con la cessione di Brienza al Palermo, squadra di cui all'epoca era proprietario lo stesso Franco Sensi. Naturalmente la società di revisione criticò questo "disinvolto" sistema contabile, ma la cosa cadde nel vuoto. Le parole sono come macigni, se le si utilizza in maniera corretta. Non occorre alzare la voce: bastano i fatti. La Juventus dovrebbe smettere di restarsene in silenzio a guardare gli altri che la infangano in ogni modo: le armi per replicare ci sono, basta avere il coraggio di usarle.
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