... i soliti stereotipi del cinema da cassetta: anche qui (come Zeffirelli) un cristo dal fisico perfetto, bello, gradevole, intellettuale; il classico borghesotto figlio di papà prima che del popolo e "fratello" dei miseri e dei poveri ...
Questo messia è assai lontano dalla realtà e non rispecchia probabilmente quello storico (come di certo non lo rappresenta quello di grossolane sembianze 'ne "Il Vangelo secondo Matteo" di Pasolini): ovvero un comune ebreo aramaico, dalle fattezze fisiche e culturali normali, con nulla di eccezzionale almeno esteriormente.
Il MG, che tanto s'è prodigato di mantenere i dialoghi in lingua originale, ha sorvolato invece -per conveniente profitto?!- di sviluppare ciò che intuisce bene l'Isaia in uno dei canti del Servo di Javè e riferiti poi, dalla tradizione apostolica, alla figura del Cristo incarnato 400 anni dopo la profezia:
" ... non c'è in lui bellezza, nè splendore che possa piacere ... reietto, rifiuto degli uomini; uomo dei dolori (ndr: brutto); uno davanti al quale ci si copre il volto .." ...
Sicuramente questa di Gesù, è la rappresentazione accentuata della sua sofferta "passione" ma è anche indicativa di un uomo dall'aspetto ordinario, forse addirittura diffettoso fisicamente!
(a tanto abbassamento è arrivato Dio per l'uomo ... pochi registi l'han capito: leggi p.es. Dryer, Bergman!!! )
[Modificato da Bestionn 19/03/2004 16.41]